Ho aspettato, paziente. La neve continuava a cadere, in questi giorni di festa, ed il mio pensiero era sempre rivolto alla mia amata Alpe Devero. Immaginavo lo splendore di cui doveva essere ammantata, ne assaporavo ogni angolo ripescandolo dalle visioni della mia memoria.
Poi, finalmente, arriva il gran giorno: sveglia all'alba, volti assonnati e brontolii vari dei bambini, ma si parte. L'auto arranca sulla salita che porta al grande parcheggio, monto le catene in un battibaleno, non voglio perdere nemmeno un secondo, me li voglio gustare tutti, nessuno escluso.
E quello che si schiude di fronte ai nostri occhi è qualcosa di meraviglioso, sono quasi commosso per la violenza con cui questa bellezza mi accoglie.
Avanziamo con le nostre ciaspole nel silenzio del luogo, e la sensazione di infinito continua ad aumentare.
E' evidente la presenza della mano divina.
Continuiamo la nostra marcia, consapevoli di essere immersi in una favola.
Il lago di Devero è ghiacciato, ho sempre sognato di attraversarlo in queste condizioni: i bambini sono entusiasti, riusciamo a convincere anche mia moglie e partiamo, con l'aderenalina a mille, sotto di noi non meno di 20 metri di acqua, sopra la luna che ci osserva.
Non potevamo dimenticare di passare a lasciare un saluto alla nostra baita preferita.
Il nostro cuore, comunque, rimane con lei...